Giornali di trincea

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Solo dopo la disfatta di Caporetto, nell'ottobre 1917, venne lanciata una massiccia iniziativa propagandistica rivolta anche ai soldati al fronte. Essa fece parte di una serie di misure volte ad alleviare, almeno parzialmente, la durissima disciplina imposta da Luigi Cadorna (ora sostituito da Armando Diaz al vertice delle forze armate) e risollevare il morale delle truppe. Nacque a questo scopo il «Servizio P» e si diffusero nelle trincee numerosi giornaletti, talvolta ufficialmente editi dai comandi, in altri casi da essi “tollerati” perché comunque considerati utili alla causa.

La propaganda di trincea insisteva su alcune linee fondamentali: l'assoluta necessità della guerra, per l'«unificazione» e la «sopravvivenza» della patria; l'eroismo dei combattenti italiani e, in contrasto, la bestiale disumanità del nemico; il costante uso di riferimenti religiosi (il combattente allegoria di Cristo, la morte come «martirio», la vittoria come «redenzione»); l'edulcorazione degli aspetti più crudi – ed autentici – della guerra, dalle sofferenze fisiche alla prigionia.

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