Le memorie
print this pageIl diario dell'Avv. Giovanni Pizzetti
La Biblioteca Chelliana di Grosseto custodisce un documento molto particolare: un diario in due volumi in cui l'avvocato Giovanni Pizzetti già sindaco di Grosseto eletto nel 1892, direttore della biblioteca dal 1907 al 1909 e dal 1921 al 1923, costruisce una raccolta di articoli estratti da alcune testate giornalistiche di rilevanza nazionale e locale. Si tratta di un'antologia di articoli che, a partire dal 1915, sottendono una visione interventista e patriottica del conflitto, ma che, all'indomani di Caporetto, divantano altro. L'antologia finisce per rarefarsi ed ospitare, assieme a qualche articolo ancora, note manoscritte: amare considerazioni e sguardi sulla guerra da un territorio la cui popolazione sembra, agli occhi dell'avvocato grossetano, divisa tra sgomento, paura, sospetti di "disfattismo" e pigra, provinciale indifferenza.
Diario di guerra di Pasquale Fantacci
Il racconto di guerra di Pasquale Fantacci, di Cinigiano, è un significativo documento che, oltre a raccontarci una storia individuale densissima, ci offre alcune chiavi di lettura non sempre immediate.
Fantacci fu chiamato alle armi nel novembre 1915, e verrà congedato solo nel dicembre 1918. La sua lunghissima esperienza di guerra, che copre quasi per intero l'arco del conflitto italiano, è riportata con un tono semplice, lineare, che solo a tratti ci lascia intravedere la tragica realtà delle morti e delle mutilazioni. Possiamo in questo intuire una sorta di assuefazione alla morte e al sangue, cioè alla dimensione più “normale” della guerra; ma forse anche una (inconscia) propensione ad aderire ad una narrativa del conflitto consuetudinariamente edulcorata dei suoi aspetti più crudi, disposta comunque ai toni patriottici, mai dubbiosa sulla necessità della guerra e persino dell'operare degli ufficiali, di cui qui vengono ricordati solo gli eroismi ed il sacrificio. Certo, neppure questo può impedire al nostro combattente di far trapelare il dolore per il distacco dalla famiglia e la gioia per le licenze o i permessi agricoli, così come il sollievo per l'assegnazione ad incarichi di retrovia.
>>Leggi le pagine del diario
Ricordi di guerra e vita militare di Ruggero Francisci
Anche Ruggero Francisci, nato a Cinigiano nel 1888, visse per intero l'esperienza italiana in guerra. Chiamato alle armi nel 1915, giunto al fronte nel marzo 1916, vi rimase fino al termine del conflitto. Traspare dalle sue memorie l'amarezza per l'inutilità delle stragi per operazioni inconcludenti, e la costernazione per lo sfacelo durante la rotta di Caporetto, di cui si sottolineano in particolare le conseguenze per i civili. Le memorie si chiudono con l'orgogliosa affermazione di aver ben assolto il proprio dovere di soldato, e la rivendicazione di poter finalmente tornare alle occupazioni della vita civile.
>>Leggi le pagine del diario
Il grossetano Bruno Brilli pubblica nel 1982 "Tre racconti di guerra (1915-1918)", rievocando i durissimi giorni del fronte. Partito appena diciannovenne, lascia la famiglia nella casa di Batignano per andare a combattere una guerra crudele che già aveva strappato a sua madre due figli, Angelo e Eugenio. Pubblichiamo qui il primo dei tre racconti, "Sul San Michele"