Una grande cesura

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<<<Introduzione               


palloni_internoNella storia del Novecento la Grande Guerra rappresenta una 
grande cesura. Chiude un’epoca di strutturazione della società di massa, di avanzamento dell’economia industriale e delle tecniche e di fiduciosa proiezione verso un futuro di progresso. Karl Polanyi pone nel 1914 la fine della pace dei cento anni e l'inizio di quella che definisce "grande trasformazione", per Eric Hobsbawn inizio del "secolo breve".

L’Italia del 1915-18 sembra aver dimenticato le belle immagini presenti nella cultura d’inizio secolo. Ne è spia, allo scoppio della guerra, l’interruzione, durata fino al secondo dopoguerra, delle molte rappresentazioni del Ballo Excelsior, che aveva inaugurato al Teatro alla Scala di Milano l’Esposizione Universale del 1881, simbolica autocelebrazione della borghesia del nord Italia.

La vittoria sugli Imperi centrali, sancita da trattati di pace frutto di difficili e lunghi negoziati, disegna una nuova geografia, ma non fa uscire dal conflitto un’Europa rigenerata. Gli anni del dopoguerra sovrappongono ai lutti e alle distruzioni nuovi complicati equilibri politici, nuove inquietudini per vinti e vincitori, tanto da inaugurare quella che la storiografia sta ormai definendo guerra dei trent’anni.

Non fa eccezione l’Italia che ottiene l’annessione di terre “irredente”, ma non l’applicazione del “Patto di Londra”, tanto da produrre il mito della “vittoria mutilata”. 

>>>Un'esperienza di massa