In fuga dalla guerra
print this pageProfughi in territorio italiano
Sul fronte italiano, l’avanzata dell'esercito nel corso del primo anno di guerra porta all’evacuazione forzata di circa 35.000 persone che si trovano sul territorio via via occupato. Una nuova ondata di profughi si ha dopo la ritirata di Caporetto; tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre del 1917, fino alla tarda primavera del 1918, l'esodo coinvolge più di 600.000 civili. 1.500 arrivano a Grosseto.
Nonostante l'istituzione di un Alto Commissariato per i profughi di guerra, sono per lo più le Congregazioni di carità a prendersi carico della prima assistenza. Sindaci e prefetti devono far fronte alle difficoltà per gli approvvigionamenti e a fenomeni indotti come l’emergenza per l’igiene e la pubblica sicurezza.
Profughi in territorio austriaco
Nei giorni precedenti alla dichiarazione di guerra da parte dell'Italia, i comandi militari austriaci e il Ministero dell'Interno fanno scattare il piano di evacuazione del Trentino e del Litorale austriaco, lungo la linea di difesa dell'Isonzo e del Carso. L’esodo interessa quasi 230.000 civili provenienti dalle zone a ridosso del fronte italiano, che sono avviati verso i lontani paesi dell’Austria, della Moravia, della Stiria, della Boemia, del Salisburghese e dell’Ungheria.
I profughi sono alloggiati per lo più in baraccamenti – i maggiori dei quali Mitterndorf, Pottendorf, Braunau e Wagna. Circa 2.000 sospettati di irredentismo subiscono l'internamento, 1.000 il confino.