"Alle donne d'Italia!"

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<<<Giornali di trincea 

Negli ospedali da campo e in quelli cittadini diventano indispensabili le crocerossine e ampia è la campagna di reclutamento. Ma la propaganda non si rivolge solo all'assistenza sul fronte dei combattimenti: forte e organizzata è anche quella per la cura delle famiglie colpite a vario titolo dalla guerra - mutilati e invalidi, orfani, vedove -, attività in cui si distinguono numerose associazioni femminili filantropiche e solidaristiche, che riusciranno ad arginare la quasi totale assenza dello Stato in questo settore.

L'opera di proselitismo si fa sempre più pressante e coinvolge sia ampi settori dell'informazione - con la discesa in campo di giornali e riviste femminili -, sia i settori dell'assistenza stessa: si inviano lettere, si stampano volantini e manifesti diretti proprio alle donne per motivarle ad impegnarsi, anche finanziariamente, nella causa nazionale. Comitati e associazioni si fanno portatori delle cause del risparmio e alla limitazione dei consumi

Importanti figure della cultura dell'epoca scrivono appelli, opuscoli, libriccini propagandistici. Anche il genere letterario del diario trova la sua interprete a fini propagandistici: è del 1916 la pubblicazione delle memorie di guerra di una grande scrittrice italiana, Matilde Serao.